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CIAO SILVIO

Silvio Panini non c’è più. Se ne è andato mercoledì scorso all’età di 61 anni dopo una  malattia che lo aveva sorpreso solo pochi mesi fa.

Fondatore della Compagnia Koiné, dai primi anni Ottanta aveva promosso in giro per l’Italia la sua idea di “teatro sostenibile”, strutturato scenicamente intorno alle peculiarità storiche, linguistiche e morfologiche dei luoghi prescelti per la rappresentazione e raccontava in chiave  originale soprattutto i cibi e i vini dell’Emilia Romagna, per questo tante volte ci eravamo trovati fianco a fianco a raccontare di contadini, prodotti e terra (nella foto Silvio ha il maglione arancione e siamo insieme al Salone del gusto 2012).

Viveva in un casolare, immerso fra campi, ma soprattutto boschi e frutteti a Roccamalatina (in provincia di Modena), a  Ca’ Basinelli, dove aveva voluto anche dare sede alla sua associazione teatrale con l’intento di promuovere l’educazione all’ambiente delle nuove generazioni.

Protagonista e autore di appassionati spettacoli incentrati sulle tematiche dell’ambiente e della sostenibilità, Silvio ha collaborato in molte occasioni con Slow Food, dal Salone del Gusto a Cheese, celebri sono stati i suoi spettacoli sull’anguilla di Comacchio, Il canto dei LambruschiL’uomo Ape o ancora la teatralizzazione della degustazione dell’olio, o della produzione di una sfoglia, a partire da un semplice uovo.

Slow Food non è stata l’unica realtà a essersi avvalsa del messaggio di Koiné: il “teatro sostenibile” ideato da Panini ha prodotto e distribuito centinaia di spettacoli per importanti istituzioni tra cui la Fao, il Ministero delle Politiche Agricole, per le Regioni Veneto, Lombardia, Toscana, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Trentino. Numerose sono state anche le incursioni in Francia. Grazie all’attenzione rivolta al mondo dell’enogastronomia e dell’ambiente, la Compagnia teatrale Koiné ha portato in scena spettacoli del tutto inaspettati. Un esempio su tutti è quello portato al Salone del Gusto 2010: più che uno spettacolo, un laboratorio di Cucina e fucina durante il quale un formaggio è stato al centro di una seduta spiritica, oppure una marmellata di visciole è stata presentata attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi (annusando il legno, toccandone le foglie, ecc). In tutto questo il pubblico è sempre stato, naturalmente, al centro della performance.

Silvio lascia la moglie e due figli ventenni. Slow Food Emilia Romagna si unisce a loro nel ricordo di Silvio come di un appassionato uomo di teatro, e della sua idea di portare il teatro fuori dai teatri e in mezzo alla gente, valorizzando i prodotti del territorio e ponendo l’accento sull’educazione alimentare e il rispetto  della terra.

La sua idea di racconto e “degustazione interattiva” in questo video

Ciao Silvio