29 Agosto Fiumalbo, nei territori del Parmigiano di montagna e dei mirtilli
Fiumalbo, la scoperta di un piccolo scrigno
Si accede a Fiumalbo attraversando un ponte su uno dei due corsi d’acqua che racchiudono il piccolo borgo, questa è la prima sensazione forte di protezione, ci incamminiamo io, Carla e Luca verso il centro del paese attraverso una delle piccole vie dolcemente discendenti e nel breve tragitto scopro la presenza di piccoli negozi di ogni genere, segno di vitalità del luogo, scopro anche il “croccante di Fiumalbo” una leccornia fatta con miele di castagno e mandorle tagliate molto sottili, non approfondisco la storia, ma asseriscono che è una ricetta esclusivamente di Fiumalbo. Arriviamo nella piazza e mi sembra di essere in un piccolo scrigno, racchiuso fra abitazioni, oratorio, un piccolo museo di arte sacra, chiese (ce ne sono ben 7) da una di queste esce la musica di un organo a canne che invade tutta la piazza. Niente macchine, i bambini possono correre e giocare tranquillamente, una fontanella dalla quale esce acqua freschissima, il sindaco poi mi raccolta che nel paese ne ha due dalle quali l’acqua sgorga ininterrottamente per 365 giorni l’anno, obiezione allo spreco? No l’acqua non utilizzata rientra nel fiume e riprende il suo corso. Qui l’acqua è per tutti!
Mi guardo attorno e trovo il mercato contadino già attivo, sulla piazza impera lo stand del Parmigiano Peggiano del Presidio Slow food di vacca bianca modenese, sulla via che porta al comune, sono presenti vari agricoltori e custodi della memoria agricola, i prodotti che svettano sono i lavorati di mirtillo nero definito l’oro di questo territorio, i formaggi di pecora, lo stand di Slow food che sforna crescentine con battuto di lardo e salume, un piccolo mulino a pietra manuale ad uso casalingo, una allevatrice di vacca bianca modenese, i produttori di piccoli frutti come lamponi, mele e pere biologiche, mieli di montagna, farine di grani antichi macinati in piccoli mulini ancora presenti nel territorio, l’aceto balsamico tradizionale modenese con i degustatori che preparano in diretta il mosto cotto. Ma scopro anche un prodotto presente nelle attività commerciali di questo posto, che è il croccante fatto con miele di castagno, e mandorle tagliate molto sottili…
Il comizio agrario delle 17 mette in evidenza, con la dettagliata e scientifica descrizione della dottoressa Chiara Ruggi le proprietà curative del mirtillo nero e l’importante beneficio che il nostro corpo trae dall’uso di questo prodotto naturalmente presente sulle montagne dell’Appennino modenese. L’intervento del raccoglitore di mirtilli Massimo Tramontano autore anche di un libro di ricette a base di mirtillo nero, affascina tutti i presenti in sala, con immagini e racconti. Purtroppo quest’anno la raccolta è stata breve a causa di una forte grandinata che ha rovinato tutta la produzione proprio nel momento della maturazione. Il comizio segue nella piazza con l’apertura della forma di Parmigiano Reggiano del Presidio di bianca modenese momento emozionante con il racconto dei due piccoli caseifici di Rosola e Santa Rita che con grande maestria spiegano tutti i passaggi di produzione e tutte le tecniche per l’apertura. Il momento dell’ apertura tiene tutti con il fiato sospeso, ma i casari sanno che è perfetta, l’hanno battuta diverse volte ed il suono ha dato delle ottime garanzie, infatti si apre e i profumi avvolgono ed inebriano i numerosi intervenuti , ed ora dopo l’assaggio impreziosito da una goccia di aceto balsamico tradizionale, è arrivato il momento per passare il testimone agli chef per l’interpretazione in chiave gastronomica del territorio.
di Claudia Piva – Segretario Slow food Emilia Romagna