Si è concluso al Teatro Politeama di Bra il ciclo di festeggiamenti dedicati all’inaugurazione della ristrutturata Agenzia di Pollenzo, che hanno visto la partecipazione, durante i dieci giorni di apertura, di circa 40.000 visitatori. ,
Lo scrittore e semiologo Umberto Eco, ha partecipato oggi ad una conferenza dibattito sul tema “La Nuova Università: esiste un sapere europeo?” ,. Ad affiancarlo il giornalista Gad Lerner, e Carlo Petrini, , Presidente di Slow Food; assente per motivi di salute l’ex Ministro della Cultura francese Jack Lang.
Il tema è stato ispirato dal prossimo avvio, ad ottobre 2004, dei corsi dell’Università di Scienze gastronomiche, che avrà sede appunto in un’ala dell’Agenzia.
Umberto Eco ha espresso il suo apprezzamento per un’iniziativa radicata nel tessuto sociale locale, che non si limita a scimmiottare ciò che già esiste nelle grandi città, sedi di storiche Università, ma si connota in modo del tutto originale e consono ad attirare in un centro minore giovani e docenti da tutto il mondo.
La discussione si è poi orientata sul tema della tradizione come elemento costruttivo dell’identità dei popoli, argomento di grande attualità all’indomani dell’allargamento dell’UE.
“La ricerca delle proprie radici, anche per quanto riguarda il cibo, appartiene ai popoli, ancor più oggi con il fenomeno della globalizzazione. Si può dire che tanto più è forte McDonald’s, tanto più si rafforza Slow Food” ha affermato Umberto Eco.
Ha proseguito Gad Lerner: “Un’Europa che parla almeno 25 lingue si è formata attraverso il continuo meticciato culturale e deve assumere questo elemento come un punto di forza; l’affermazione di questa peculiarità europea, che ci distingue come continente, porta alla creazione della nostra identità.”
Riferendosi alla creazione dell’Università di Scienze gastronomiche, ideata da Slow Food e realizzata anche grazie al contributo della Regione Piemonte, Carlo Petrini ha detto: “Leggere quello che c’è attorno al cibo e assumerne la complessità è quanto di più moderno si possa fare oggi. L’esaltazione della tradizione va intesa come valorizzazione della cultura materiale e della gastronomia, materia che esce oggi ufficialmente dall’ambito eroicomico o folklorico per entrare nel sancta sanctorum della cultura accademica. In questo senso la tradizione è profondamente innovatrice.”